martedì 25 novembre 2008

25/11 Giornata mondiale contro la violenza sulle donne

È un dramma che si consuma, il più delle volte, tra le mura domestiche, che ha il volto del marito, oppure del collega, del vicino di casa, dell’amico o di un parente. Le donne tra i 15 e i 49 anni vittime di violenza, sono in tutto il mondo, circa 1,7 miliardi. Nel nostro Paese, secondo dati Istat del 2007, sarebbero 6 milioni 743 mila (dati elaborati da un campione di 25mila donne di età compresa tra i 16 e i 70 anni). Giovani e non che nel corso della loro vita hanno subìto violenza fisica, sessuale, psicologica.
A loro è dedicata, martedì 25 novembre, la “Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.

Il Corriere riporta che

le donne che si rivolgono ai centri antiviolenza hanno tra i 28 e i 47 anni (30,6%), sono sposate (56,2%), di nazionalità italiana (77,3%) e vengono maltrattate prevalentemente dal marito (75,1%). Tra i 16 e i 60 anni, quattro su dieci, hanno subito una violenza, fisica, psicologica o sessuale. Ma appena il 3% ha denunciato il partner

La sociologa Sonia Stefanizzi spiega che

"In Lombardia tre donne su quattro subiscono violenza dal marito-compagno ma lo tutelano, per proteggere la famiglia [...] accanto alle donne emancipate ci sono le straniere vulnerabili, perché prive di una rete sociale; le coppie miste, indicatore di modernizzazione ma insieme amplificatore di conflitti; la violenza dei figli sui genitori e quella dei giovanissimi sulle coetanee per effetto del consumo di cocaina e alcol nei fine settimana. Infine le finte violenze, quelle di giovani donne che hanno rapporti non protetti e per paura dicono a casa di essere state stuprate"

Nel 2007, in Italia sono state uccise 122 donne (due solo nell'ultima settimana, a Verona e Trento) e Daniela Gregorio dell'Irer spiega che

"La violenza è la prima causa di morte o invalidità permanente nelle donne dai 14 ai 50 anni, più del cancro e degli incidenti sociali"

Ma, appurato che i dati sono allarmanti, forse è il caso di rimboccarsi le maniche e fare qualcosa. E spingere le istituzioni a farlo.

Paola Caio, presidente dell'Associazione Italiana Vittime della Violenza, ha dichiarato ad Affaritaliani

"Servono le Istituzioni: è necessario che la piaga della violenza venga estirpata con l'aiuto di chi può far qualcosa di concreto per tutelare le vittime. Quando una donna fa una denuncia, l'aiuto deve arrivare immediato: non si può aspettare di valutare 'con calma' quando, come e quanto questa persona è, o è stata, picchiata. I soccorsi devono giungere subito. Le pene per i colpevoli devono essere inasprite. Chi si macchia di un reato che ha a che vedere con la violenza, deve essere rinchiuso sino a quando non comporta più un pericolo per la Società"

Il problema non è tanto la mancata denuncia, è la non certezza della pena.

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