domenica 13 luglio 2008

Il Manifesto del Partito Comunista

Ci avviciniamo ora, in punta di piedi, a questo libro storico, a questo riconosciuto capolavoro del genere umano. Ci chiediamo come possa un libro diventare così fonte di ispirazione per migliaia di rivoluzionari e combattenti, come possa un libro del genere cambiare la mentalità e il punto di vista di una persona. Si inizia a leggerlo con curiosità, per la fama e l'aurea di cui questo libro è circondato, alla fine ci si rende conto che si è cambiati e si corre a cercare un altro testo di questi autori, che possa approfondire i contenuti rivoluzionari riportati al suo interno; ci si accorge di una forza magnetica che ti porta su altri testi con questi contenuti, con questa forza, con questo spirito. Ho scritto "contenuti rivoluzionari": è questo il termine esatto, perchè mai avrete letto nulla di simile.
Ammetto che quando lessi per la prima volta queste pagine, temevo di trovarmi di fronte a quel linguaggio ricercato e ai limiti della comprensibilità che utilizzano certi giornali marxisti, ma rimasi piacevolmente deluso: gli autori scrivono in maniera chiara, limpida, rivoluzionaria e comprensibile a tutti, segno che per essere rivoluzionari non bisogna gettarsi nelle spine di un linguaggio eccessivamente colto e ricercato.
Così, scorrendo le pagine (poche decine, dipende dalle edizioni), ci si avventura in un concetto tutto nuovo di Storia, sotto un punto di vista mai sperimentato: si scopre come la storia dell'uomo sia in realtà una storia di lotta di classe, fra oppressi e oppressori, dominata dai rapporti di produzione, come descrive in maniera limpida Engels nella prefazione all'edizione del 1883:

L'idea fondamentale che compenetra di sé il Manifesto, che la produzione economica, e la struttura della società che da essa necessariamente consegue, forma, in ogni epoca della storia, il fondamento della storia politica e intellettuale di tale epoca; che quindi (dopo il dissolversi della antichissima proprietà del suolo da parte delle comunità) tutta la storia è stata storia di lotte fra le classi, lotte fra classi sfruttate e sfruttatrici, dominate e dominanti, e in diversi stadi dell'evoluzione della società; che però tale lotta ha raggiunto ora uno stadio nel quale la classe sfruttata e oppressa (il proletariato) non si può più emancipare dalla classe che la sfrutta e l'opprime (la borghesia), se non liberando allo stesso tempo per sempre tutta la società dallo sfruttamento, dalla oppressione e dalle lotte fra le classi

E ancora:

Il potere statale moderno non è che un comitato che amministra gli affari comuni di tutta la classe borghese.
La borghesia ha avuto nella storia una parte sommamente rivoluzionaria.
Dove ha raggiunto il dominio, la borghesia ha distrutto tutte le condizioni di vita feudali, patriarcali, idilliche. Ha lacerato spietatamente tutti i variopinti vincoli feudali che legavano l'uomo al suo superiore naturale, e non ha lasciato fra uomo e uomo altro vincolo che il nudo interesse, il freddo "pagamento in contanti". Ha affogato nell'acqua gelida del calcolo egoistico i sacri brividi dell'esaltazione devota, dell'entusiasmo cavalleresco, della malinconia filistea. Ha disciolto la dignità personale nel valore di scambio e al posto delle innumerevoli libertà patentate e onestamente conquistate, ha messo, unica, la libertà di commercio priva di scrupoli. In una parola: ha messo lo sfruttamento aperto, spudorato, diretto e arido al posto dello sfruttamento mascherato d'illusioni religiose e politiche.


E via, continua impetuosamente, nello smontare tutte le critiche mosse contro il comunismo, come la volontà di abolire la proprietà privata:

Voi inorridite perché vogliamo abolire la proprietà privata. Ma nella vostra società attuale la proprietà privata è abolita per i nove decimi dei suoi membri; la proprietà privata esiste proprio per il fatto che per nove decimi non esiste. Dunque voi ci rimproverate di voler abolire una proprietà che presuppone come condizione necessaria la privazione della proprietà dell'enorme maggioranza della società.
In una parola, voi ci rimproverate di volere abolire la vostra proprietà. Certo, questo vogliamo.


E il tutto prosegue in un crescendo di analisi e critiche, passando per l'analisi dei "socialismi" dell'epoca, presunti e non, fino agli ultimi suggerimenti di alleanze per i comunisti nel mondo.
Il testo nasce dall'esigenza di esprimere un manifesto comune dei comunisti, in quanto il termine "comunista" era, come oggi, utilizzato alla stregua dell'insulto politico.

E` ormai tempo che i comunisti espongano apertamente in faccia a tutto il mondo il loro modo di vedere, i loro fini, le loro tendenze, e che contrappongano alla favola dello spettro del comunismo un manifesto del partito stesso.

Spesso questi attacchi contro questa formazione politica vengono da persone che non hanno nemmeno letto il testo che stiamo recensendo; oggi, come allora, il sistema attacca con ogni mezzo chi si definisce comunista e, se c'è una cosa che unisce Bush, Hitler e Ahmadinejad è appunto la persecuzione e l'ostilità verso i comunisti; il termine "comunista" viene comunemente utilizzato come dispregiativo verso persone, libri, politici, sempre senza che nessuno sappia cosa significhi. Questo a tutti i livelli, dai salotti politici dell'alta società, alla coda dal fruttivendolo; ci chiediamo, con curiosità, che questa repulsione verso noi comunisti da parte di questa società malata non sia un indicatore delle nostre qualità.

Leggere quindi questo testo oggi non è il rispolverare un fossile, anzi, è attualissimo e dignitoso.
Concludiamo con le parole avvolgenti, calde e coraggiose dell'"uomo al quale tutta la classe operaia d'Europa e d'America deve più che a chiunque altro":

PROLETARI DI TUTTI I PAESI UNITEVI
AVETE SOLO LE VOSTRE CATENE DA PERDERE
E UN MONDO DA CONQUISTARE

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