sabato 12 luglio 2008

Lettera a ICN-News

Caro direttore,

Le scrivo in merito all'articolo di Daniel Pipes, pubblicato sulla Sua rivista.
Le confesso il mio disappunto e il mio sconforto a leggere quelle righe, in quanto ritengo fantascientifico, o meglio, hollywodiano lo scenario proposto, ossia quello di una possibile "allenza" fra le forze teocratiche dell'islam fondamentalista con il marxismo. Chi sostiene questa ipotesi, non solo confonde la realtà (i marxisti vengono regolarmente perseguitati da circa 30 anni nei paesi come l'Iran, in un vero e proprio genocidio) con la fantasia, ma dimostra di non conoscere assolutamente il marxismo: esso è libertà, uguaglianza, scienza, natura e materialismo; mettete una di queste parole accando al regime teocratico vigente in Iran e avrete quello che in grammatica viene definito "ossimoro".

Per quanto riguarda le parole benevoli citate di certi supposti marxisti (Baudrillard, Foucault e Chomsky erano marxisti?!) circa la repubblica islamica iraniana, vanno lette in chiave internazionalista, nel senso che le intimidazioni di una potenza come quella statunitense nei confronti di un qualsiasi Paese sono da condannare, oltre che come principio di autodeterminazione delle nazioni; ma tolto questo particolare, che in informatica potremmo definire "lato WAN", ossia l'interfaccia iraniana sul contesto globale, non possiamo non denunciare di contro le gravi contraddizioni "lato LAN", ossia riguardanti il contesto locale: non solo l'autore dimentica lo spietato regime vivente -relegando i Paesi socialisti al semplice ruolo di superpotenza che vuole prevalere su un'altra superpotenza- ma scorda anche che è il regime teocratico iraniano in primis a rigettare la sua vagheggiante ipotesi: infatti, notizia quasi ignorata dai media occidentali, il regime perseguita ferocemente un movimento giovanile/studentesco iraniano di ispirazione marxista -Freedom&Equality- tanto che alcuni membri sono attualmente rifugiati in Turchia.

Cito ora, in difesa del marxismo, il filosofo iraniano Mansoor Hekmat, che così si esprime sui regimi teocratici islamici che l'autore vorrebbe in sintonia col marxismo:
Al polo opposto, si leva in piedi il terrorismo islamico e il vile e reazionario islam politico. Queste forze, che una volta sono state create e consolidate dall'America e dall'occidente stessi durante la guerra fredda come mezzi di organizzazione della reazione interna contro la Sinistra nelle società mediorientali, ora si sono trasformate in un polo attivo di terrorismo internazionale e in un concorrente nella lotta borghese per il potere nel Medio Oriente. La storia assassina dell'islam politico, dall'Iran, dall'Afganistan e dal Pakistan in Algeria e nella Palestina include una lista lunga di genocidi e crimini terribili. Dalle uccisioni di stato e patrocinate dallo stato, in Iran e in Afghanistan, ai crimini quotidiani delle bande terroriste islamiche in Israele, in Algeria e nel cuore dell'Europa e dell'America, dalla sanguinosa soppressione degli avversari politici e intellettuali fino a imporre leggi islamiche anti-umane e reazionarie alla gente, specialmente alle donne, dalle decapitazioni e dalle mutilazioni islamiche, a mettere bombe per massacri in bus, nei bar e nelle discoteche: questi sono i migliori risultati nella fedina di questi reazionari.

Il confondere questi fanatici reazionari piccolo borghesi con la lotta marxista corrisponde al dire che Voltaire era concorde con le crociate.

E ancora, conclude Hekmat:
C'è una terza forza, un gigante addormentato che può capovolgere la situazione. Se questo gigante si sveglia, questa era può essere l'inizio dei cambiamenti positivi e della realizzazione nel mondo degli ideali che l'umanità aveva gettato alle ortiche durante le decadi finali del secolo scorso. Bush, Blair, Khamenei, gli USA, la NATO e l'islam politico non sanno che esiste davvero un'umanità civilizzata, un mondo civilizzato, in grado di ergersi e difendersi contro la guerra dei terroristi. Malgrado l'oscurità e il terrore che hanno imposto a tutti noi, il ventunesimo secolo non deve essere il secolo di barbarie capitalista. Questi sono giorni decisivi.

Il gigante è il popolo iracheno, ugualmente oppresso dal regime e dal capitalismo; per costoro, le bombe dei kamikaze e quelle americane sono la stessa cosa.
Quindi, concludo, rigettiamo la possibile alleanza fra marxisti e fondamentalisti.
Rispettiamo l'islam, così come rispettiamo la gente che crede, anche se noi marxisti siamo scettici e critici delle religioni, in quanto la storia ha dimostrato e dimostra tuttora che sono reazionarie e classiste.

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