martedì 5 agosto 2008

AIUTIAMO IL COMPAGNO IRANIANO DAVOOD BAGHERI!

Davood Bagheri è rinchiuso in un carcere turco dal 5 Aprile, senza aver commesso alcun reato, per il solo fatto di essere fuggito dall'Iran, per salvarsi dal carcere e dalla tortura.

Davood fa parte del movimento comunista Freedom and Equality seeking students, che da dicembre 2007 subisce la dura repressione del regime di Teheran, per le sue posizioni antigovernative, a sostegno dei lavoratori e del popolo iraniano e contro la guerra imperialista degli Usa nella regione mediorientale.

La sua intenzione era quella di raggiungere l'Europa, ma la sua fuga è stata fermata a Istanbul e da lì è stato rinchiuso nel carcere di Edirne in attesa di ottenere lo status di rifugiato politico o, in alternativa, il rimpatrio. Nonostante i diversi e ripetuti appelli da parte dei compagni, Amnesty International e l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati si sono dimostrati sordi. Davood, in prigione, continuava a subire maltrattamenti e torture da parte delle guardie carcerarie. Alla notizia del rifiuto dello status di rifugiato, la situazione è diventata talmente critica che Davood ha tentato il suicidio. Ricoverato nell'ospedale del carcere e poi riportato in cella Davood, da metà luglio, è entrato in sciopero della fame. Il 25 Luglio, alle 14.00 è stato trasferito in un carcere di massima sicurezza, in una cella di isolamento, e da lì si teme, possa essere rimpatriato. Le sue condizioni di salute sono precarie, aggravate dai maltrattamenti e dalle torture che continua a subire. La Turchia ha un accordo con l'Iran che le permette di bypassare gli accordi internazionali in materia di asilo e rimpatriare tutti i profughi. La vita di un nostro compagno è in serio pericolo, ha bisogno di un gesto rivoluzionario, che serva a cambiare lo stato di cose attuale.

Per aiutarlo possiamo:

- scrivere un comunicato ad Amnesty International, all'UNHCR (alto commissariato delle nazioni unite), alle agenzie stampa, quotidiani, anche locali e di partito, ad altre organizzazioni per la salvaguardia dei diritti umani;

- firmare la petizione: http://www.petitiononline.com/db20085/petition.html

- contattare clastat@gmail.com per organizzare ulteriori iniziative.


La lotta non deve conoscere confini!

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