lunedì 25 agosto 2008

Solidarietà al popolo nepalese



Il 28 maggio a Katmandu l'Assemblea Costituente ha proclamato decaduta la
monarchia che dal 1769 regnava su tutto il Nepal. La soppressione delle
monarchia è il risultato della guerra popolare rivoluzionaria che il Partito
comunista del Nepal (maoista) ha iniziato più di 12 anni fa, staccandosi dai
revisionisti moderni e adottando il marxismo-leninismo-maoismo come sua
teoria guida. La vittoria del Partito comunista del Nepal (maoista) nelle
elezioni per l'Assemblea Costituente tenute il 10 aprile non sarebbe stata
possibile senza la mobilitazione delle coscienze, l'organizzazione e i
rapporti di forza creati nel paese dai successi conseguiti dal nuovo potere
instaurato negli anni passati in gran parte del paese e fondato sulle forze
armate rivoluzionarie e sulle altre organizzazioni popolari create e guidate
del Partito Comunista del Nepal (maoista). La vittoria della rivoluzione
democratica nel Nepal è la vittoria della concezione e della linea del
Partito comunista del Nepal (maoista): il marxismo-leninismo-maoismo.

Anche il re del Nepal pretendeva di aver ricevuto il potere da dio, un po'
come il Papa che a capo della Corte Pontificia spadroneggia nel nostro paese
e tira le fila delle sue istituzioni politiche, economiche e culturali ed è
quindi responsabile del marasma i cui siamo infognati. Ma né l'origine
divina, né l'appoggio degli imperialisti americani e indiani sono bastati a
tenerlo in sella. L'AC gli ha dato 15 giorni di tempo per sgomberare il
palazzo reale. Questo è stato dichiarato proprietà nazionale e destinato a
diventare un museo. La monarchia nepalese è così finita nel museo della
storia. Ha preceduto di qualche anno il Pontefice di Roma e il futuro che
farà il Vaticano.

A schiacciante maggioranza (560 voti su 601 membri di cui 564 presenti) l'AC
ha dichiarato il Nepal una repubblica democratica federale. È il primo degli
obiettivi che il Partito comunista del Nepal (maoista) aveva proposto alle
masse popolari del Nepal e per i quali è riuscito a mobilitarle.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

La vittoria del popolo nepalese che, guidato dal Partito Comunista Nepalese(maoista), ha abbattuto un monarchia secolare e ha aperto la strada alle rivoluzioni proletarie nel XXI secolo, la guerra popolare nelle Filippine, in Turchia e in India sono gli esempi più luminosi della rinascita del movimento comunista nel mondo; la resistenza del popolo iracheno, palestinese, libanese, afgano, anche se non è diretta da partiti comunisti, tiene in scacco gli imperialisti USA e i loro complici e ingrossa il fiume della rinascita del movimento comunista; le mobilitazioni delle masse popolari, sia nei paesi imperialisti che in quelli oppressi, sono la dimostrazione della loro volontà di riscatto e che l’aspirazione a un mondo senza sfruttamento e oppressione sono vivi e vegeti nei cuori e nelle menti di milioni di proletari.

Anche in America Latina la via della rivoluzione democratica e antimperialista ha ripreso forza e coraggio e oggi, in un quadro di generale mobilitazione e attivismo delle masse popolari, ha davanti a sé due strade.

La rinascita del movimento comunista mondiale rafforza e sostiene la rinascita del movimento comunista nel nostro paese. E viceversa.

Anonimo ha detto...

In Francia in una notte hanno sconfitto 4000 anni di feudalesimo: era il 14 luglio 1789.
La storia si ripete.. Leggevo ieri di una telenovela in Arabia Saudita che parla della vita di una ragazza araba, esperta di marketing, divorziata e con diverse relazioni. Diversi esponenti religiosi hanno condannato la telenovela e diffidato chi la segue: eppure, gli ascolti non sono affatto calati.
Le cose migliorano, lentamente, dialetticamente.